Scriveva Primo Levi nelle sue Storie naturali, e in particolare nel racconto Cladonia Rapida: "[...] Intendiamo qui alludere a quella rudimentale differenziazione sessuale, nota già da decenni ma sfuggita finora all’attenzione della scienza ufficiale, per cui ad esempio, negli ambienti della General Motors si parla correntemente di «he-cars» e «she-cars», e a Torino le forme «il Millecento» e «la Seicento» si sono imposte contro ogni logica apparente. In realtà, secondo ricerche del Maqrizi medesimo, nella linea di montaggio della Fiat 1100 gli individui «he» sono in netta prevalenza, mentre fra le Fiat 600 sono piú numerose le forme «she». Casi come quest’ultimo sono peraltro eccezionali: di norma, le forme «he» e «she» si riscontrano nelle linee di montaggio senza alcuna regolarità apparente all’infuori di quella statistica, per cui la loro incidenza si aggira intorno al 50 per cento. A parità di modello, i «he-cars» hanno miglior ripresa, sono duri di molleggio, delicati di carrozzeria, piú propensi alle avarie di motore e di trasmissione; le «shecars », per contro, presentano minor consumo di carburante e di lubrificante e tengono meglio la strada, ma hanno impianto elettrico debole, e sono molto sensibili alle variazioni di temperatura e di pressione. Si tratta comunque di differenze piuttosto sottili, riconoscibili soltanto da occhi esperti. Ora, la scoperta della Cladonia rapida ha permesso la messa a punto di una tecnica rivelatoria semplice, rapida e sicura, che può essere affidata anche a personale non specializzato, e che, in pochi anni, ha consentito la raccolta di abbondante materiale di estremo interesse sia teorico che pratico. Lunghe e serie esperienze sono state condotte alla scuola di Parigi, infettando con lichene un gran numero di vetture di diverse marche. Esse hanno messo in luce che, nella scelta che prelude all’acquisto, il sesso della vettura esercita una funzione importante: i «he-cars» costituiscono il 62 per cento delle auto acquistate da donne, e il 70 per cento di quelle acquistate da uomini con tendenze omosessuali. Le scelte degli uomini normali sono invece meno caratteristiche: essi acquistano «she-cars» in misura del 52,5 per cento. La scelta, e la sensibilità al sesso della macchina, è generalmente inconscia, ma non sempre: almeno un quinto dei soggetti intervistati da Tarnowsky hanno dimostrato di saper distinguere tra un «he» e una «she» con maggior sicurezza che fra un gatto e una gatta. [...]
"[The car is] devoured as an image, if not through its use, by a whole people that sees in it a perfectly magical object." (Roand Barthes, Mythologies (Paris, Editions de Seuil: 1957), p. 150, trad.it. Miti d'oggi)
Gender and the Automobile in the United States, by Margaret Walsh
Il 18 febbraio del 1920, Gabriele d’Annunzio, in una lettera – pubblicata dal Corriere della Sera il 27 ottobre 1923 – indirizzata al senatore Giovanni Agnelli, scrisse: “Mio caro Senatore, in questo momento ritorno dal mio campo di Desenzano, con la Sua macchina che mi sembra risolvere la questione del sesso già dibattuta. L’Automobile è femminile. Questa ha la grazia, la snellezza, la vivacità d’una seduttrice; ha, inoltre, una virtù ignota alle donne: la perfetta obbedienza. Ma, per contro, delle donne ha la disinvolta levità nel superare ogni scabrezza. Inclinata progreditur. Le sono riconoscentissimo di questo dono elegante e preciso. Ogni particolare è curato col più sicuro gusto, secondo la tradizione del vero artiere italiano. Per consacrare l’accertamento del genere masc. o fem., ormai determinato dalla novissima macchina, Mastro Paragon Coppella, orafo del Vittoriale, osa offerire alla Sua figliuola e alla Sua nuora questi infallibili talismani. Le stringo la mano“. Così il Poeta, grande amante di motori, lingua italiana e gentil sesso, risolse il dibattito semantico sul sesso dell’automobile.