Si legga il saggio di Nicola Russo, Il contributo della teoria delle macchine alle scienze della natura e dell’uomo in L'uomo e le macchine. Per un'antropologia della tecnica, Napoli : Alfredo Guida, 2007.
dove si ritrova l'assunto "machina est medium" oggetto di un saggio di Vittorio Marchis apparso nel Convegno Internazionale di Studi "L'uomo antico e la natura" a cura di Renato Uglione del 1997 (Torino : Celid).
Questo un breve passaggio di questo scritto:
"Il dualismo tra «naturale» e «artificiale», come pure il paradosso di una epistemologia della macchina fondata su metodiche filologiche e solo in seconda istanza storico-tecnologiche, sono le anticipazioni delle conclusioni, quasi il teorema da dimostrare, a cui si vorrà giungere alla fine di questo scritto. Percorrendo apparentemente in maniera anomala gli ambiti e i contesti del cosiddetto mondo antico, si analizzerà il concetto di macchina nella sua evoluzione semantica, ma soprattutto il suo ruolo nella cultura e in quella che con un termine intraducibile i francesi chiamano «civilisation». L’idea di macchina è più comune, e innata nell’uomo, di quanto non si possa pensare: essa è in un certo senso «naturale» e non artificiale, ed è piuttosto l’astrazione che oggi associamo ad una tecnologia positivamente autoreferenziale a farci pensare ad un sistema che razionalmente (ed assolutamente in modo artificiale) è autonomo e svincolato dagli idola del passato. «Senza la tecnica l’uomo non esisterebbe, né sarebbe esistito mai. Così, né più, né meno» fu l’incipit di una conferenza sul tema «Qué es la tècnica?»2 che il filosofo Jose’ Ortega y Gasset (1883-1955) tenne nel 1933 alla Università di Santander, e su questa affermazione bisognerebbe incentrare ogni considerazione sulle tecniche, in una dimensione non soltanto «tecnologica», ma soprattutto «antropologica ». Tecnica-macchina-industria è una catena di concetti che porta automaticamente alla «modernità», al futuro, ma esistono altre prospettive per cui lo stesso paradigma di Alexandre Koyré «dal mondo del pressappoco all’universo della precisione» si ribalta in una sorta di «principio di indeterminazione», di «teorema di incompletezza». La macchina implode nella sua principale funzione di medium, di tramite, di intermediario, di traduttore, piuttosto che di strumento, di mezzo, di utensile. «Macchina» è un termine con cui oggi sempre più spesso identifichiamo la funzione, la finalità, il carattere sistemico, annullandone la materica sostanza per enfatizzarne la virtuale potenza. Questa potrebbe essere l’oscura premessa con cui mi accingo a ripercorrere (a ritroso) una storia passata e antica."
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